Non si può più parlare di serialità senza considerare gli aspetti del sound design. Siamo andati alla scoperta della colonna sonora di Guida Astrologica Per Cuori Infranti che è un inno all’indie pop italiano
La seconda parte della serie targata Netflix basata sul best seller di Silvia Zucca, creata e diretta da Bindu de Stoppani è un apostrofo leggerissimo sulle parole “mi avevi già convinta al ciao”.
In una Torino incantata e incantevole, parigina quanto newyorkese, con una regia che ne evidenzia i contrasti e che sa immergere lo sguardo nelle sue sfumature, si dipana una trama gaia e apprezzabile.
Passando da scene ambientate ai Docks Dora, ai meravigliosi scorci della Società Canottieri Esperia, attraversando il Quadrilatero Romano, Piazza Vittorio, il Mercato di Porta Palazzo, la serie mette in risalto la classicità del Ristornate Del Cambio e i luoghi di punta urban e post industriali tipici della notte sotto la Mole e dei luoghi di cultura e lavoro, passando anche dal cortile del General Store.
La seconda stagione di “Guida Astrologica per Cuori Infranti” si beve come un cocktail primaverile come quelli, buoni buoni, di Piazza della Consolata, freschi e leggeri, di cui non se ne avrebbe mai abbastanza, come quando le labbra blandiscono persino la goccia d’acqua del bicchiere che cola dal palmo.
Sei episodi da trenta minuti per staccare, per prendersi una pausa da tutto, per rilassarsi e divertirsi ed in cui tra i protagonisti di spicco c’è una colonna sonora incredibile.
Per lei, Alice, la bilancina tutta Jess di New Girl, alle prese con nuovi incarichi e responsabilità alla Dora TV e con un viaggio a Parigi (che non fa sfigurare per niente Torino) assieme a Davide Sardi, le scoperte in ambito astrologico sono tante quanto quelle per gli spettatori che, oltre a comprendere l’importanza di fare sempre il tema natale senza sbagliare la data di nascita, prendono appunti anche per quel che riguarda la selezione musicale.
Ma se già dalla prima stagione la trama si legava a sonorità Pop Indie di una certa rilevanza e penso soprattutto a brani d’impatto come Valanghe di Elasi, qui, questo genere di deriva è totale!
Niente di meglio di Nightmare di Joya Marleen per il momento in cui Alice, all’inizio del primo episodio, passa la mattina a pensare alla notte in cui lei e Davide si sono baciati, ma lui – dopo – ha anche baciato un’altra ragazza.
Stiamo parlando di un primo episodio all’insegna dell’equilibrio – “Bilancia” – che miscela le note di Lovelovelove del duo svizzero ZiBBZ a quelle di una più elettronica Left Unsaid di Tiger Baby, quando Alice si sta finalmente godendo la festa ma il suo vestito è rimasto incastrato nei vestiti di Barbara, per poi dirigersi verso Boyz and Girlz di Electrocute nella scena in cui Barbara va a cercare Davide, intento a rimettere Mimi, il suo cane, in auto, dopo averla portata fuori per una passeggiata. Per andare a chiudere con At The Party dell’alternativa Hana Vu e Callgirl di Ivy Adara, quando Alice trova Carlo per strada, perché ha detto a Cristine la verità sul suo tradimento e lei lo ha cacciato via.
In “Scorpione” la miscela delle once si fa ancor più sublime: si parte con Paranoia di Laila Al Habash, una delle scommesse di Bomba Dischi, l’etichetta musicale che ha già portato al successo Calcutta, Carl Brave, Franco 126, Giorgio Poi e Pop X.
Impossibile poi, non farsi catturare da Alibi di Gotta Keep Moving, band di rilievo nel panorama del pop rock italiano, e che sta molto molto bene nella scena in cui Carlo sveglia Alice perché sta ascoltando la musica ad alto volume mentre pulisce la cucina.
E poi ancora Casbah Nights di Parry Music e Crush di Tessa Violet quando Alice benda Davide dopo essersi ferito alla mano.
Il terzo episodio – Sagittario – si apre con Moon Child di The F16S5, brano vintage e mood da teen drama primi ‘2000 (OC), per poi passare a Ready or not di Myzica, scivolando in Undun di ZiBBZ, perfetta per andare a intensificare il conflitto tra le amiche Paola e Alice, quando Paola si arrabbia con Alice perché non capisce né lei, né il modo in cui prende le sue decisioni, e poi ancora News di ZiBBZ quando Alice ha appena scoperto che deve fare il viaggio a Parigi con Davide il fine settimana successivo.
In Capricorno è impossibile non soffermarsi sul momento in cui Alice e Davide fanno l’amore per la prima volta: la canzone è elettrizzante come la scena stessa, una perfetta In Technicolor (Fire Choir Feat. Sleep Machine) avvolge la scena ambientata nella suite parigina dal design raffinato tra le anime e i corpi immersi nelle lenzuola e i riflessi delle luci al neon.
Nel quinto episodio, Acquario, si eleva la splendida She di Doodie che è perfetta per andare a chiudere un momento di complicità e solidarietà femminile, una cena al ristorante Del Cambio con Alice che accompagna Barbara a casa. Niente è meglio di Vortice di Ginevra quando Andrea e Tio litigano di brutto e Alice si trova in mezzo.
Nell’episodio dedicato ai Pesci torna protagonista il duo ZiBBZ con Paperplane: Paola e Alice si incontrano a pranzo e discutono delle loro vite. Poi ancora Surrende quando Cristine chiama Alice per dirle che potrebbe essere in travaglio e Alice corre a cercare Carlo per poi andare da Cristine. I Know A Place, infine, è perfetta per quel finale che, sicuramente sì, ci aveva già convinti al ciao.
Ho solo due cose da aggiungere su questo piccolo miracolo di produzione italiana: quanto ci sono mancati i murazzi (vecchia maniera) tra le location principali? E se la festa in discoteca si fosse svolta in uno dei tipici club musicali che hanno fatto grande la night culture italiana? Sarebbe cambiato qualcosa? Forse tutto, forse niente. E poi mi sono anche chiesta, fischiettando uno dei pezzi della serie mentre attraverso la città: “Torneremo ad appropriarci di questa città in termini di Produzioni TV direttamente connesse al territorio?
Tra le curiosità di una torinese doc ci tengo a sottolineare che alcune scene ambientate a Parigi sono state girate a Torino, per esempio la scena in cui Alice aspetta di fare l’intervista all’astrologo di fama internazionale è girata nella Hall dello storico palazzo in Corso Valdocco; ex sede storica della Gazzetta del Popolo nei primi del ‘900, nonché uno dei luoghi simbolo del Risorgimento italiano e che poi divenne la sede centrale di L’Oréal. Oggi nuovo hub per lo smart working (da cui sto scrivendo questo pezzo).